REBECCA MOCCIA
A cura di Christian Caliandro
Con un testo di Nome Cognome
opening l'08/06/2019
dal 10/06/2019 al 27/07/2022
Fireworks non è una mostra tradizionale, quanto piuttosto un dispositivo in grado di attivare altri dispositivi: opere, ma anche testi, comunicazioni, azioni. Tutto ruota attorno al processo narrativo, più che all’oggetto. È il racconto a dare vita al meccanismo espositivo, in cui di fatto la pratica dell’esibizione recede in favore dell’esperienza.
Come afferma l’artista stessa: “Caratterizzato da ripetizioni tematiche, digressioni, e da un’intenzione mito-poetica, il progetto Fireworks ambisce ad essere un racconto generazionale a più voci sul lavoro dell’artista e sul romanticismo dei suoi dei gesti inutili, configurandosi come meta-narrazione dello svolgersi della sua attività professionale. In questo contesto il fuoco d’artificio si erge come metafora della figura dell’artista e della sua opera, esplosiva quanto effimera e disperata, che in un lampo incantevole e luccicante si consuma e rimane negli occhi; uno spettacolo antico, carico di mitologia che, anche se in modo anacronistico, tutt’ora ci stupisce e suggestiona."
EXHIBITION VIEWS
REBECCA MOCCIA
A cura di Christian Caliandro
Con un testo di Nome Cognome
opening l'08/06/2019
dal 10/06/2019 al 27/07/2022
Fireworks non è una mostra tradizionale, quanto piuttosto un dispositivo in grado di attivare altri dispositivi: opere, ma anche testi, comunicazioni, azioni. Tutto ruota attorno al processo narrativo, più che all’oggetto. È il racconto a dare vita al meccanismo espositivo, in cui di fatto la pratica dell’esibizione recede in favore dell’esperienza.
Come afferma l’artista stessa: “Caratterizzato da ripetizioni tematiche, digressioni, e da un’intenzione mito-poetica, il progetto Fireworks ambisce ad essere un racconto generazionale a più voci sul lavoro dell’artista e sul romanticismo dei suoi dei gesti inutili, configurandosi come meta-narrazione dello svolgersi della sua attività professionale. In questo contesto il fuoco d’artificio si erge come metafora della figura dell’artista e della sua opera, esplosiva quanto effimera e disperata, che in un lampo incantevole e luccicante si consuma e rimane negli occhi; uno spettacolo antico, carico di mitologia che, anche se in modo anacronistico, tutt’ora ci stupisce e suggestiona."
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