FEDERICA PERAZZOLI
A cura di Giorgio Verzotti
opening il 25/05/2018
dal 26/05/2018 al 15/09/2018
Un’installazione ambientale, uno spazio abitativo che invade una grande porzione della galleria, una presenza architettonica composta da legni, mobili, oggetti, tessuti, plastiche, terra, stratificazioni di fogli, collages, giornali che rivestono completamente le pareti dello spazio espositivo: un archivio personale di ricordi e di oggetti recuperati nel tempo. È questa l’esperienza che attende il visitatore di MAS QUE NADA, prima mostra personale di Federica Perazzoli (Sorengo, Canton Ticino, 1966) alla Galleria Massimodeluca, a cura di Giorgio Verzotti.
Il progetto, realizzato appositamente da Perazzoli per lo spazio mestrino in occasione della 16ma Biennale di Architettura di Venezia, occupa entrambi gli ambienti di via Torino ed è composto da due parti collegate ma distinte, che definiscono la prima uno spazio aperto e vasto, e la seconda un luogo interno e intimo. Protagoniste sono la figura paterna e la conseguente celebrazione e distruzione della stessa, un processo che dà vita a un’opera profondamente romantica e poetica legata all’architettura, uno spazio abitabile in cui lo spettatore è “obbligato” a entrare e con cui interagisce.
EXHIBITION VIEWS
FEDERICA PERAZZOLI
A cura di Giorgio Verzotti
opening il 25/05/2018
dal 26/05/2018 al 15/09/2018
Un’installazione ambientale, uno spazio abitativo che invade una grande porzione della galleria, una presenza architettonica composta da legni, mobili, oggetti, tessuti, plastiche, terra, stratificazioni di fogli, collages, giornali che rivestono completamente le pareti dello spazio espositivo: un archivio personale di ricordi e di oggetti recuperati nel tempo. È questa l’esperienza che attende il visitatore di MAS QUE NADA, prima mostra personale di Federica Perazzoli (Sorengo, Canton Ticino, 1966) alla Galleria Massimodeluca, a cura di Giorgio Verzotti.
Il progetto, realizzato appositamente da Perazzoli per lo spazio mestrino in occasione della 16ma Biennale di Architettura di Venezia, occupa entrambi gli ambienti di via Torino ed è composto da due parti collegate ma distinte, che definiscono la prima uno spazio aperto e vasto, e la seconda un luogo interno e intimo. Protagoniste sono la figura paterna e la conseguente celebrazione e distruzione della stessa, un processo che dà vita a un’opera profondamente romantica e poetica legata all’architettura, uno spazio abitabile in cui lo spettatore è “obbligato” a entrare e con cui interagisce.
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