FRANCESCO CIMA, JINGGE DONG, NICOLA FACCHINI, MARGHERITA MEZZETTI, CAROLINA POZZI E PAOLO PRETOLANI
A cura di Daniele Capra con Thomas Braida, Nemanja Cvijanović e Nebojša Despotović
opening il 09/02/2019
dal 11/02/2019 al 23/03/2019
Il progetto, curato da Daniele Capra, raccoglie una quindicina di opere su tela, per lo più figurative, di un gruppo di giovanissimi artisti che praticano la pittura che stanno frequentando o hanno frequentato l’Accademia di Belle Arti di Venezia, invitati a partecipare alla mostra su consiglio di colleghi già attivi e riconosciuti all’interno del sistema dell’arte. Il curatore ha infatti chiesto a Thomas Braida, Nemanja Cvijanović e Nebojša Despotović di suggerire ciascuno due giovani artisti che essi stimano e nei quali vedono delle grandi potenzialità dal punto di vista espressivo e linguistico.
Il titolo della mostra è volutamente ambiguo e si presta a una doppia interpretazione. Fa riferimento all’assenza di un filo conduttore iconografico, processuale o concettuale che leghi i lavori degli artisti, cui è stata data carta bianca («senza tèma»), ma, soprattutto, allude alla mancanza di timore («senza téma»), all’atteggiamento spavaldo, coraggioso e audace che i giovani artisti hanno nel desiderio di superarsi e nelle proprie sfide al mondo.
EXHIBITION VIEWS
FRANCESCO CIMA, JINGGE DONG, NICOLA FACCHINI, MARGHERITA MEZZETTI, CAROLINA POZZI E PAOLO PRETOLANI
A cura di Daniele Capra con Thomas Braida, Nemanja Cvijanović e Nebojša Despotović
opening il 09/02/2019
dal 11/02/2019 al 23/03/2019
Il progetto, curato da Daniele Capra, raccoglie una quindicina di opere su tela, per lo più figurative, di un gruppo di giovanissimi artisti che praticano la pittura che stanno frequentando o hanno frequentato l’Accademia di Belle Arti di Venezia, invitati a partecipare alla mostra su consiglio di colleghi già attivi e riconosciuti all’interno del sistema dell’arte. Il curatore ha infatti chiesto a Thomas Braida, Nemanja Cvijanović e Nebojša Despotović di suggerire ciascuno due giovani artisti che essi stimano e nei quali vedono delle grandi potenzialità dal punto di vista espressivo e linguistico.
Il titolo della mostra è volutamente ambiguo e si presta a una doppia interpretazione. Fa riferimento all’assenza di un filo conduttore iconografico, processuale o concettuale che leghi i lavori degli artisti, cui è stata data carta bianca («senza tèma»), ma, soprattutto, allude alla mancanza di timore («senza téma»), all’atteggiamento spavaldo, coraggioso e audace che i giovani artisti hanno nel desiderio di superarsi e nelle proprie sfide al mondo.
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